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Scania V8 da 1.150 cavalli: un nuovo propulsore con un enorme potenziale

Scania ha dovuto rinunciare al titolo di produttore dei camion seriali più potenti del mondo. I loro “V-eight” da 770 CV sono stati superati dai motori cinesi Weichai che sviluppano ben 800 CV. Tuttavia, ciò non significa che Scania abbia detto l’ultima parola su questo argomento. Gli svedesi hanno appena mostrato un camion la cui potenza massima ha superato il magico limite a quattro cifre.

Nel video qui sotto, puoi vedere il primo esempio fabbricato del camion dei pompieri aeroportuali Titan T-39 6 × 6-H ARFF. Questo veicolo è stato creato in Germania, poiché il marchio specializzato Titan proviene da lì, ma il sistema di trasmissione completo qui proviene da Scania, poiché è di sua progettazione. È costituito dal citato motore V8, la potenza massima di 770 CV, e da un motore elettrico che lo supporta e sviluppa ulteriori 380 CV. In totale, abbiamo un ibrido da 1.150 cavalli, grazie al quale un veicolo da 39 tonnellate può accelerare fino a 130 km/h e accelerare fino a 80 km/h in circa 20 secondi.

Tali prestazioni eccellenti sono necessarie affinché il camion dell’aeroporto arrivi il prima possibile nella posizione prevista della pista. Per questo motivo, entrambi i motori possono funzionare contemporaneamente, supportandosi a vicenda durante le accelerazioni improvvise. Ma da dove verrà l’energia? La ricarica dal processo di frenata, come con le autovetture ibride, sarebbe assolutamente insufficiente qui. Pertanto, il veicolo ha ricevuto una barriera relativamente grande, con una capacità di 104 kWh, che consentirà anche diversi viaggi rapidi all’azione, ma richiederà successivamente la ricarica da una fonte di alimentazione esterna.

Certo, va sottolineato che si tratta di una costruzione molto specializzata, lontana dalla produzione di massa e dalla praticità limitata. Anche così, è facile immaginare applicazioni in cui il sistema da 1.150 CV funzionerebbe anche su strade pubbliche. Questo potrebbe essere, ad esempio, il funzionamento di mietitrebbie molto pesanti della silvicoltura scandinava o dell’industria mineraria, che consente loro di scalare le colline quasi senza rallentamenti.