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Protesta autotrasportatori contro il divieto di usare il climatizzatore in sosta

Gli autotrasportatori non vogliono ‘cuocere al sole’ durante le soste e chiedono un’urgente deroga al divieto di tenere il motore acceso per far funzionare il climatizzatore. La protesta è spinta dalle ultime notizie di cronaca che hanno riportato diversi malori tra i camionisti a causa del caldo torrido e perfino un decesso.

DIVIETO DI ACCENDERE IL MOTORE IN SOSTA PER USARE IL CLIMATIZZATORE

Ricordiamo che la normativa attuale, precisamente l’articolo 157 comma 7-bis del Codice della Strada, dispone che “è fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo stesso. Dalla violazione consegue la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 223 a 444 euro”. In altri termini i conducenti di qualunque veicolo a motore, camionisti compresi, non possono accendere il motore quando sono in sosta (cioè fermi per un periodo prolungato) al solo scopo di far funzionare l’aria condizionata, sia d’estate che d’inverno. La norma ha condivisibili motivazioni di carattere ecologico ed economico, tuttavia ci sono situazioni e circostanze nelle quali non poter disporre del climatizzatore può rappresentare un problema.

PROTESTA AUTOTRASPORTATORI CONTRO IL DIVIETO DI USARE IL CLIMATIZZATORE IN SOSTA: QUALI SONO LE RICHIESTE?

E sono proprio quelle circostanze richiamate nell’appello lanciato dal comitato “Uniti per la vita dei conducenti” al fine di ottenere una deroga al divieto imposto dall’art. 157 comma 7-bis CdS.

Ogni giorno centinaia di migliaia di autisti si trovano a fare i conti con questa ondata di caldo che sembra interminabile”, si legge nel comunicato di protesta degli autotrasportatori, “Crediamo che proteggere il pianeta sia giusto, ma che lo sia anche salvare delle vite. Senza un climatizzatore autonomo da parcheggio, peraltro totalmente inefficace al sole e soprattutto non obbligatorio, gli autisti si ritrovano a trascorrere molte ore sotto il sole cocente con cabine che arrivano a ben oltre 50 gradi di temperatura interna, rischiando la vita. […] Infatti, a causa dei divieti di circolazione (adesso estesi al venerdì e al sabato, ndr) e della carenza di parcheggi, gli autisti passano le ore più calde della giornata all’interno dei loro abitacoli e senza nessuna infrastruttura adeguata che possa consentirgli un riposo adeguato prima di riprendere il viaggio”.

Per questo”, prosegue il comunicato, “Chiediamo alle istituzioni preposte una deroga speciale durante i giorni più caldi dell’anno al divieto di tenere acceso il motore per mantenere in funziona l’aria condizionata, che se può andar bene per chi usa un veicolo a scopo ricreativo e sporadico, non può più andar bene per gli autisti dei mezzi pesanti che, loro malgrado, si ritrovano per ore sotto il sole accusando malori e talvolta, come ci confermano gli ultimi avvenimenti di cronaca, perdendo la vita”.

Il comunicato si conclude ricordando che, secondo gli articoli 17 e 28 comma 1 del D.lgs 81/08, il datore di lavoro è obbligato a valutare tutti i rischi per la salute e la sicurezza dei dipendenti, tra cui la calura eccessiva.

LA SOLUZIONE È IL CLIMATIZZATORE AUTONOMO?

Questo appello degli autotrasportatori ha ricevuto la solidarietà dell’ASAPS, l’associazione della Polizia stradale (ossia proprio coloro che dovrebbero multare i camionisti trasgressori), segno che si tratta di una richiesta tutto sommato legittima. È anche vero, come peraltro accennava lo stesso comunicato, che una soluzione al problema già ci sarebbe, essendo disponibili sul mercato delle soluzioni di climatizzazione ‘autonome’, cioè che funzionano senza la necessità di accendere il motore del veicolo. Tuttavia il comitato degli autotrasportatori le ha definite “totalmente inefficaci al sole”.