L’aumento del prezzo del gasolio registrato in queste settimane in Italia sta mettendo in ginocchio le imprese del settore del trasporto.
Bisogna intervenire subito prima che la situazione si aggravi in maniera irreversibile. E’ il grido di allarme è di Massimo Masotti, capogruppo Trasporti e logistica di Confindustria Udine, che non nasconde la preoccupazione per la crisi economica che sta colpendo le imprese dell’autotrasporto, conseguenza diretta del caro-energia aggravata dalla crisi Russia-Ucraina.
Servono da subito misure concrete e straordinarie, sostiene, anche di natura temporanea, se si vuole garantire la sopravvivenza di un settore considerato fondamentale per il sistema economico del nostro Paese.
Sono circa 2000 le imprese del settore in Friuli Venezia Giulia, 6000 gli addetti a cui vanno aggiunti i padroncini.
Anche l’indotto rischia di essere messo a dura prova. Sono diversi i rincari a cui le aziende devono far fronte dove si somma l’aumento del costo del carburante che, nel mese di marzo, ha raggiunto un picco mai visto in passato.
La riduzione di 25 centesimi sulle accise, fatta dal Governo, non ha portato benefici sensibili al settore, perché è stata accompagnata dalla contestuale sospensione del rimborso delle accise. E non è tutto: il risparmio legato all’acquisto all’ingrosso del carburante si è azzerato e in alcuni casi i prezzi superano quelli del distributore.