In un’estate rovente a causa delle alte temperature, si preannuncia caldo anche lo sciopero dei camionisti previsto per lunedì 27 giugno a partire dalle 8 del mattino. Lo sciopero, inizialmente autorizzato per l’area del cagliaritano, comprendente il porto canale, Sarroch ed il porto di Cagliari, è stato autorizzato anche nei porti di Olbia, Porto Torres e Golfo Aranci, interessando di fatto tutta l’isola.
Come era prevedibile. Agli autotrasportatori, promotori dell’iniziativa che ha lo scopo di bloccare i porti, bloccando l’entrata e l’uscita delle merci e dei turisti, in primis per manifestare contro i rincari di carburante e materie prime, per la continuità territoriale e le condizioni di viaggio nelle linee marittime, si sono aggiunte altre categorie: il Movimento Pastori Sardi, gli agricoltori e gli artigiani. Ma ad unirsi alla protesta saranno certamente anche decine di singoli cittadini, esasperati da un rincaro del prezzo del carburante alla pompa che da tempo ha oltrepassato ovunque i 2 euro a litro e vola verso i 2,5 euro a litro.
“Verrà fuori un macello, non siamo disposti a mollare – dice uno di loro -. A marzo non abbiamo ottenuto nulla, non eravamo esperti con gli scioperi. Stavolta siamo più preparati ed andremo avanti ad oltranza, se necessario per giorni e giorni, sino a quando non otterremo quanto richiesto. Non siamo disposti ad incontrare nessun politico regionale, visto che a marzo ci hanno convocato in Consiglio Regionale a Cagliari e ci hanno fatto tante promesse, mai mantenute. L’unica che incontreremo sarà la Bellanova”.
Gli autotrasportatori, che nel frattempo hanno creato un’associazione denominata Autotrasporti Sardi Riuniti, che verrà la luce oggi ed un omonimo gruppo social al quale hanno già aderito diverse decine di persone, hanno rivolto al prefetto di Cagliari che ha autorizzato per primo la manifestazione di lunedì prossimo, diverse richieste. In primis, la possibilità di avere un “gasolio professionale”, ovvero un gasolio colorato di un colorante diverso da quello degli agricoltori, ad un prezzo calmierato massimo pari ad 1.60 a litro. Seconda richiesta: pagare il prezzo a km a seconda del prodotto trasportato, il cui peso è variabile anche di tanto. “Noi trasportiamo il marmo, l’argilla dalla Sardegna al Continente: per un viaggio di 600 km da Orosei a Milano, veniamo pagati 600 euro. Un euro a litro, una miseria”, dice sconsolato Yuri Carta, uno dei delegati dell’associazione Autotrasportatori Sardi Uniti, promotori della protesta. “Trasportiamo la pasta Cellino da Oristano a Melegnano, carico 250 quintali per 600 km e vengo pagato 630 euro, anziché 1.500 euro come sarebbe giusto”, aggiunge.
La Sardegna nel periodo estivo non ha molti prodotti da esportare, la concorrenza è in molti casi sleale e questo ha portato ad un pagamento del prezzo per il trasporto irrisorio. Molti autotrasportatori peraltro, pur avendo i viaggi da fare per assumere uno o più dipendenti, non possono farlo in quanto ognuno di essi costerebbe troppi costi fissi al datore di lavoro. Per non parlare dell’usura del mezzo, altro grosso problema per chi ogni giorno macina centinaia di km: “Le gomme sono aumentate di 130 euro a gomma. Per fare un cambio gomme di quattro gomme di trazione, ho pagato 2.400 euro”, prosegue Carta. Prezzi alle stelle, dunque. E l’usura è una conseguenza anche delle strade dissestate che abbiamo nell’isola, la cui messa in sicurezza rappresenta un’altra richiesta dei camionisti: “Non possiamo continuare a viaggiare in strade dissestate e piene di cantieri stradali“, alla protesta di Carta si unisce il collega da Olbia Franz Sanna, “dalla Sassari-Olbia alle gallerie all’ingresso di Sassari, la 131, la strada da Nuoro ad Olbia, la Sardegna è un cantiere aperto e noi siamo i primi che ne paghiamo le conseguenze“.
In realtà il problema del rincaro del prezzo del carburante, riguarda chiunque utilizzi un mezzo di trasporto, quindi questa protesta dovrebbe davvero coinvolgere chiunque: dal cittadino che viaggia per lavoro, ai corrieri, agli NCC, gli autisti. Chiunque.
“Lo scorso anno con 600 euro facevo un pieno, pari a 388 litri – prosegue Carta -. La scorsa estate pagavo un litro di carburante 1.24-1.30 euro a litro. Oggi per fare lo stesso pieno, ne occorrono 800. Così non possiamo andare avanti, abbiamo delle famiglie da mantenere oltre che noi stessi“. Altra richiesta degli autotrasportatori riguarda cabina obbligatoria per gli autisti quando viaggiano sulle navi. Questa che parrebbe una richiesta ovvia, in realtà non lo è, dal momento che gli autisti sono spesso obbligati a dividere le cabine con sconosciuti o a non averne una, in quanto a loro vengono preferiti a loro dire i turisti: “Non ci portano rispetto. In pieno Covid, ci chiedevano il Green Pass e contemporaneamente ci obbligavano a condividere la cabina da due o da quattro letti, con perfetti sconosciuti”, dice uno. Con altissimo rischio di contagio del virus quindi, senza contare gli altri disagi che comporta condividere un piccolo spazio con estranei. “A me è capitato sabato scorso che ho imbarcato da Livorno, sono andato in cabina, ho fatto la doccia convinto di essere solo, mentre mi sono poi ritrovato con uno sconosciuto che mi sono trovato all’improvviso dentro la camera. Mi domando se possiamo andare avanti così”, conclude Sanna.