Non accenna ancora a placarsi lo tsunami che sta investendo da tempo l’autotrasporto italiano. Gli aumenti vertiginosi di questi ultimi mesi delle materie prime, di luce e gas, riguardano anche il gasolio per autotrazione, che è ancora largamente il carburante più diffuso che fa muovere il trasporto merci in Italia.
«Avevamo dato l’allarme per tempo», sottolinea Danilo Vendrame, presidente del gruppo trasporti di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana, «sui rischi che si sarebbero abbattuti sugli autotrasportatori con il rincaro dei carburanti, proponendo al contempo, al ministro Giovannini e alla viceministra Bellanova alcune possibili soluzioni. Purtroppo, le nostre proposte non sono state accolte, con tutti gli effetti deleteri che si sono riversati nelle nostre imprese di autotrasporto: Si trattava di crediti d’imposta sia per l’additivo Adblue per i mezzi diesel più moderni che per il gas naturale liquefatto LNG per attutire gli effetti degli aumenti e dare ossigeno agli autotrasportatori. Teniamo presente che per i padroncini il costo del carburante è la maggior voce di costo mentre per le aziende strutturate il carburante rappresenta il 30% dei costi aziendali. Sono pochi quelli che hanno inserito nei loro contratti clausole di salvaguardia che consentono di adeguare il costo dei noli al variare del costo del carburante oltre una certa percentuale (per legge il 2%)».
L’aumento del prezzo del diesel alla pompa era un anno fa di 1,35 al litro, e oggi siamo oltre 1.70€ (+26%). Pertanto, il costo del pieno per un mezzo pesante da 44 tonnellate è stimato che sia salito di 150 euro. Prendendo come riferimento la percorrenza media di un mezzo pesante all’anno di 100 mila km che fa circa 3 km al litro, il risultato produce un aumento insostenibile per un autotrasportatore, che in soli 12 mesi comporta un aggravio di costo che supera i 10.000 euro per ogni automezzo.
«Si deve porre subito un rimedio a questa situazione che potrebbe provocare la decisione di spegnere i motori per non proseguire a lavorare in perdita», mette in guardia Vendrame , «con conseguenze pesanti per la ripartenza del paese. Chiediamo che il Governo metta sul piatto quel miliardo di euro di extra gettito da accise, incassato dal Fisco a favore dei provvedimenti attesi dalla categoria», fonte confartigianatomarcatrevigiana.it