CATANIA – Saranno al porto e al casello di San Gregorio, a presidiare i principali snodi di passaggio delle merci nella provincia, ma senza blocchi. Gli autotrasportatori catanesi dell’Aias, Associazione imprese autotrasportatori siciliani , hanno deciso per un’azione simbolica dopo avere aspettato che arrivassero risposte governative sull’impennata dei prezzi del carburante. Ma se a Catania partono i blocchi, alcune sigle sindacali decidono di prendere le distanze.
CATANIA – Saranno al porto e al casello di San Gregorio, a presidiare i principali snodi di passaggio delle merci nella provincia, ma senza blocchi. Gli autotrasportatori catanesi dell’Aias, Associazione imprese autotrasportatori siciliani , hanno deciso per un’azione simbolica dopo avere aspettato che arrivassero risposte governative sull’impennata dei prezzi del carburante. Ma se a Catania partono i blocchi, alcune sigle sindacali decidono di prendere le distanze.
La decisione è arrivata dopo la riunione di giovedì tra sindacati nazionali dei trasportatori e ministro delle infrastrutture Enrico Giovannini per risolvere il problema del caro carburante e della crescita generale dei prezzi che gli autotrasportatori devono affrontare per spostare merci nella penisola. Come raccontato da Livesicilia, l’Aias attendeva di vedere cosa si sarebbe mosso in quella riunione: “A Roma l’incontro col governo è andato male – dice Richichi – e le sigle nazionali prendono ulteriore tempo, con un incontro con le associazioni di categoria che avverrà domani”.
Da qui la decisione di fare dei “punti di sensibilizzazione”: “Su questo voglio chiarire – dice Richici – che fermeremo i nostri automezzi e le merci e cercheremo di sensibilizzare i cittadini sul problema dei prezzi del carburante, ma non impediremo la circolazione”.
Il sindacato: “Fuga in avanti”
Dalla manifestazione degli autotrasportatori catanesi prende le distanze il sindacato Cna Fita Sicilia, che in una nota firmata dal presidente Saro Tumino e dai responsabili regionali Giorgio Stracquadanio e Daniela Taranto dice di non condividere le ragioni della protesta, ma non le modalità scelte dall’Aias: “L’annunciato blocco dell’autotrasporto proclamato per domenica sera da alcune sigle – si legge nella nota – è la solita e piccola fuga in avanti. Non è spegnendo i motori dei camion e bloccando l’economia siciliana che si contrasta la crisi che sta travolgendo il comparto dell’autotrasporto. Non è qui, nella nostra isola, che si decidono i sostegni e gli aiuti per fronteggiare l’aumento esponenziale del carburante e dei costi di gestione delle attività (italiane e europee) del settore. Il blocco fatto in questo modo serve solo a soddisfare il protagonismo fine a se stesso dei soliti”
“Qui non è in gioco solo il destino dell’autotrasporto – si legge ancora nella nota – qui rischia la paralisi l’intero sistema economico siciliano. E poi è risaputo che lunedì, 21 febbraio, c’è un incontro tra le Organizzazioni e il governo proprio su questi temi. Così come è risaputo che l’intero settore è in stato d’agitazione. Che senso ha allora questa fuga in avanti? Se non la voglia di esibirsi che diventa prevalente sugli interessi generali della categoria. CNA fa appello alle Prefetture e alle Questure siciliane – concludono Tumino, Stracquadanio e Taranto – affinchè agli autotrasportatori, che non condividono l’impostazione della protesta, venga garantito il diritto di spostarsi liberamente. L’imposizione di alcuni non può diventare regola generale”.