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Camion, il Tribunale Ue respinge il ricorso di Scania: dovrà pagare 880 milioni di euro

Scania dovrà pagare la multa da 880,5 milioni di euro per le sue pratiche commerciali scorrette. Il Tribunale dell’Ue respinge il ricorso della casa svedese, rea di aver abbandonato il patteggiamento con l’Antitrust a dodici stelle, a differenza degli altri produttori di camion con cui invece si trovò un accordo.

Nel 2016, Bruxelles comminò una multa record di 2,9 miliardi di euro alle compagnie coinvolte nella collaborazione sui prezzi dei camion e sull’aggiramento delle norme comunitarie in materia di emissioni. Man, Volvo/Renault, Daimler, Iveco e Daf decisero di riconoscere di aver agito in deroga alle regole, collaborando con il regolatore europeo. Questo determinò per tutti una riduzione del 10% della multa per la collaborazione con l’esecutivo comunitario, più riduzioni di diversa entità quale riconoscimenti di clemenza (nel caso di Iveco ci fu un altro intervento di riduzione del 10%).

Scania in un primo momento decise di collaborare, per poi abbandonare la transazione con Bruxelles a seguito di discussioni con i servizi della commissaria Margrethe Vestager, già allora a capo della concorrenza. L’esecutivo comunitario si vide costretto, a settembre 2017, a infliggere la multa da 880,5 milioni per pratiche concorrenziali sleali e illegali ai sensi delle norme europee.Il produttore svedese ha provato a giocare la carta dell’inconsapevolezza in catena di produzione e montaggio. In particolare, i dipendenti della Scania in Germania non sapevano di essere coinvolti nella prosecuzione delle pratiche intervenute agli altri livelli, vale a dire dirigenziali. Il Tribunale respinge questa ipotesi. La consapevolezza dell’esistenza di un piano volto a distorcere il mercato «deve essere valutata a livello delle imprese coinvolte e non a livello dei loro dipendenti». Dunque bene ha fatto la Commissione a procedere.

I giudici di Lussemburgo smontano anche l’impianto difensivo che voleva la violazione del principio di imparzialità da parte della Commissione. Il gruppo svedese «non ha dimostrato» che l’esecutivo abbia agito in tal senso. Dunque il tentativo di scappare alla maximulta non riesce. Scania dovrà pagare, e l’interno importo.