In extremis. Lo stop dell’autotrasporto italiano, proclamato per domani, è stato bocciato dalla Commissione di garanzia per il «mancato rispetto del termine di preavviso di 25 giorni». L’informativa è stata inviata a Trasportounito-Fiap e ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Interno. L’annuncio della protesta, nei giorni scorsi, aveva fatto temere il blocco delle merci, soprattutto dei prodotti alimentari, e dei rifornimenti di carburante, tanto che in tutta Italia si è assistito alla corsa all’acquisto di generi alimentari con file di auto alle pompe di benzina.
Trasportounito, tuttavia, ha confermato la sospensione dei servizi. Dopo l’annuncio dello stop sono arrivati «i primi risultati», ha spiegato il segretario generale Maurizio Longo sottolineando che «molti committenti hanno chiamato le imprese garantendo la copertura della maggiorazione dei costi: nessuno vuole mettersi a fermare i mezzi di trasporto, ma per noi farli partire significa indebitarsi». La categoria, però, è divisa. Alis non aderisce «continuando a promuovere il dialogo come principale strumento per trovare rapide e concrete soluzioni alle criticità riscontrate dal settore». Altre associazioni come Unatras aspetteranno l’incontro con il governo di martedì per decidere quali iniziative intraprendere. Unatras e Contrasporto, tuttavia, hanno indetto manifestazioni di tir in tutta Italia il 19 marzo, avvertendo che le imprese nel frattempo, autonomamente, avrebbero potuto decidere di fermarsi in maniera spontanea in alcune zone del Paese. Secondo Unem, associazione delle aziende di raffinazione di prodotti petroliferi low carbon, il prezzo rilevato alla pompa, «prima delle tasse», è più basso di 9,7 cent/litro sulla benzina e di 14,2 cent/litro sul gasolio «rispetto alla media Europea». Per cui non potendo agire sul prezzo industriale, «occorre intervenire sulla fiscalità che rappresenta oltre la metà del prezzo finale».
Preoccupate le associazioni della filiera agroalimentare. «È necessario garantire la consegna dei prodotti per assicurare le forniture alla popolazione ed evitare speculazioni e scaffali vuoti in un momento di grandi tensioni per la filiera», hanno chiesto Coldiretti, Filiera Italia, Unaproa, Assocarni, Unaprol Impresapesca e Aia, evidenziando che «lo stop dell’autotrasporto può provocare danni incalcolabili in un Paese come l’Italia dove l’85% delle merci viaggia su strada, mettendo a rischio i prodotti più deperibili, dall’ortofrutta al latte, dalla carne al pesce ma anche alimentando una pericolosa psicosi negli acquisti sugli scaffali dei supermercati. Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, ha deciso di scrivere al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, affinché si adoperi per evitare blocchi.
Intanto, sul fronte agricolo il viceministro dello Sviluppo, Gilberto Pichetto, ha ricordato che grazie all’ultima circolare ministeriale l’industria alimentare potrà «utilizzare etichette e imballaggi già in possesso, sostituendo con altri oli vegetali nella lista degli ingredienti» l’olio di girasole, che scarseggia a causa del conflitto.